Per voi, una raffica di news dal 22 settembre, una giornata densissima di stimoli e incontri!
Che aspettate? Leggete il blog di Terra Madre!
Ecco il 22 settembre.
Ore 17: La rigenerazione necessaria
A parlare di rigenerazione in termini di rinascita, e non di ricostruzione, sono stati Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, Edward Mukiibi, presidente di Slow Food, Elisa Loncón Antileo, linguista mapuche e attivista per i diritti indigeni in Cile, e Corinna Hawkes, Direttrice del Center for Food Policy di City, University of London, moderati da Dan Saladino, giornalista e broadcaster. Tanti i temi toccati, a partire dal legame tra sistema alimentare e rigenerazione, passando per il modo in cui quest’ultima può essere la risposta alle attuali sfide climatiche, sociali e ambientali che dobbiamo affrontare. Per rivedere il video integrale della conferenza clicca qui.
Ore 17: Cultura del cibo per lo sviluppo delle identità locali
Roberta Billitteri, membro del consiglio direttivo e referente per i Mercati della Terra di Slow Food Italia: «Con il termine rigenerazione intendiamo un cambiamento necessario che può e deve partire dal cibo. Dobbiamo ragionare sui nostri consumi, su come utilizziamo le risorse naturali e su come ci approcciamo e usufruiamo del turismo. Il cibo è strettamente legato alla biodiversità ed è da qui che possiamo iniziare a mettere i punti su questo cambiamento».
Paola Garibotti, regional manager Nord Ovest UniCredit: «Noi come banca abbiamo potuto erogare 6,4 miliardi di finanziamenti alle imprese, un punto forte di sostegno che dobbiamo dare soprattutto agli operatori legati al cibo e al turismo. Dal 2019 abbiamo messo a disposizione delle aziende del settore alimentare e turistico il fondo Made for Italy. Recentemente abbiamo anche aderito alla convenzione agevolata con il Ministero del turismo per concedere finanziamenti agevolati alle imprese del turismo. Se ci parliamo e dialoghiamo, ce la facciamo».
Giacomo Miola, vicepresidente Slow Food Italia: «Insieme possiamo fare tanta strada nella direzione del turismo e nei nuovi modelli di turismo. C’è una domanda molto più ampia dell’offerta. Noi come Slow Food Italia ci siamo fatti carico di questa sfida, di provare dei prodotti turistici che potessero essere in grado di affrontare la sfida. Lentamente Viaggiare è l’incipit del lavoro che stiamo facendo, che va sotto il cappello di Slow Food Travel, una progettualità che immagina vere e proprie destinazioni, con l’obiettivo di mettere in connessione i viaggiatori con le realtà locali».
Simona Olivadese, referente Turismo UniCredit: «Da qualche anno siamo impegnati a fare rete tra attori di filiere differenti, tra cui il settore del turismo. Il nostro modello cerca di capire quali sono i bisogni per attuare un’azione mirata. A seguito di un’analisi dei consumatori è emerso un cambiamento: quello del viaggiatore che vuole immergersi nei territori, vivere una propria esperienza. Per fare questo è necessario sviluppare una vera e propria progettualità e agire su alcune leve: il dialogo tra attori di filiere differenti, un’offerta di qualità con strumenti di digitalizzazione, costruire una comunicazione efficace».
Ministro del Turismo: «Quando sono arrivato era piena pandemia e c’era la necessità di dare aiuti alle imprese nelle difficoltà. C’erano 600 milioni e la prima necessità è stata quella di darli alle imprese e agli operatori in difficoltà. Il turista è cambiato: vuole vivere come si vive in una comunità, vuole partecipare all’esperienza di vivere all’italiana, vuole fare esperienze sostenibili e accessibili anche dal punto di vista della disabilità. E per far questo bisogna vivere esperienze lunghe, non delle toccate e fuga».
Sono state raccontate anche le esperienze della Comunità Valle Varaita, che ha sviluppato un progetto in un territorio rurale, in una piccola comunità in cui nascono prospettive non solo legate al turismo ma un po’ più ampie, di Visit Industry Marche, che ha messo in relazione le imprese sul territorio e ha creato nuove possibilità di narrazione legate alla produzione, e di Turismabile, che ha sottolineato la necessità di formare gli operatori per rispondere alle esigenze delle persone disabili.
Ore 16: Slow Food Coffee Coalition. L’impegno per un caffè buono, pulito e giusto e l’esempio di Cuba
Dal 22 aprile 2021, giorno in cui è stata presentata la Slow Food Coffee Coalition (SFCC), è trascorso poco meno di un anno e mezzo: oggi a Terra Madre i suoi fondatori, Slow Food e Gruppo Lavazza, hanno tracciato un bilancio e raccontato i nuovi e ambiziosi obiettivi.
«Questa coalizione, ispirata ai valori della cooperazione, è una risposta concreta alla crisi che stiamo vivendo per la quale è necessaria la rigenerazione, tema portante di Terra Madre Salone del Gusto 2022 – ha commentato Edie Mukiibi, presidente di Slow Food. È un esempio concreto di transizione ecologica, e come tale richiede il coinvolgimento consapevole di tutta la filiera, da chi cura le piante di caffè a chi assapora il caffè in tazza. Per far questo, è essenziale prepararsi ad affrontare le sfide del futuro con strumenti come le reti, le coalizioni e la collaborazione tra comunità – ha continuato Mukiibi. Con la Slow Food Coffee Coalition ci impegniamo affinché da un lato venga riconosciuto il lavoro dei coltivatori e dall’altro i consumatori possano fare scelte più consapevoli».
«Come Gruppo Lavazza abbiamo deciso di fondare con Slow Food la Coffee Coalition per ampliare al massimo la rete collaborativa della filiera del caffè intorno agli obiettivi di sviluppo sostenibile: nel suo concetto fondante, infatti, c’è un’assunzione di responsabilità e una condivisione dei diritti e dei doveri. E la responsabilità è uno dei Valori chiave del Gruppo Lavazza, al centro del nostro Manifesto della Sostenibilità – afferma Giuseppe Lavazza, Vicepresidente del Gruppo Lavazza.
Ore 15: L’agroecologia per un futuro migliore
Mentre Parco Dora si anima di delegazioni di contadini, produttori, attivisti del cibo provenienti da tutto il mondo, nello spazio dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo si è discusso dell’agroecologia e di come si stia lavorando per potenziare la sua conoscenza e diffusione in Europa.
L’agroecologia è una pratica basata sull’utilizzo sostenibile di risorse rinnovabili, sui saperi degli agricoltori del territorio e sulla capacità di valorizzare la biodiversità per ottenere benefici a livello ambientale, economico e sociale, passando dal locale al globale. Un approccio saggio a una transizione verso una agricoltura sostenibile.
In questo ambito le due ricercatrici UNISG Paola Migliorini e Natalia Rastorgueva hanno illustrato il progetto AE4EU – Agroecology for Europe, che coinvolge una rete di studiosi, agricoltori, formatori, componenti della società civile, amministratori e politici di numerosi paesi europei.
Il progetto si concretizza attraverso una serie di living labs, ovvero laboratori di condivisione e scambio di conoscenze, oltre a una mappatura di realtà agricole e di buone pratiche in tutta Europa. Si tratta di uno strumento che permette di consolidare una rete utile a tutti coloro che vogliano avvicinarsi all’agroecologia, e di coinvolgere in modo attivo le autorità politiche sui territori.
Che l’agroecologia sia al centro di un crescente interesse lo dimostra il fatto che all’Università di Pollenzo è da poco partita la seconda edizione del Master in Agroecology and Food Sovereignty, con studenti provenienti da ben 9 paesi.
Ore 14: Lo spazio Giovani, Turismo e Agricoltura inaugura Terra Madre con un dialogo intergenerazionale tra le donne
Protagoniste sono Chiara Meloni, produttrice del Presidio Slow Food dello zafferano di San Gavino Monreale, e insieme a lei la giovanissima Greta Facciotti, che produce il Macagn -altro Presidio Slow Food- e Maria Antonietta Mascaro, rappresentante della neonata rete Slow Food dei castanicoltori. Donne che hanno mantenuto tradizioni antichissime, come la raccolta dello zafferano, o che hanno cambiato vita per dedicarsi al lavoro agricolo. «Le castagne mi hanno rigenerato – racconta Maria Antonietta, che ha rimesso in attività il vecchio bosco dei nonni – in primo luogo personalmente, ma anche perché mi hanno consentito di riscoprire tante attività che le donne fanno in questo settore, a partire dalla raccolta che è tutta al femminile».
Le nostre donne si raccontano e intrecciano il dialogo con una straordinaria Luciana Castellina. Politica, giornalista, amica di lunga data di Slow Food, che ricorda come le più importanti battaglie che hanno portato il problema della terra alla ribalta hanno visto le donne come protagoniste. «Agli inizi del mio attivismo in politica, la maggior parte delle mie compagne erano donne agricoltrici ed era in corso una vera e propria battaglia per la valorizzazione del prodotto agricolo – afferma Castellina. Oggi il contesto è cambiato: non è pensabile che i giovani tornino all’agricoltura se non la rilanciamo nelle forme in cui deve essere fatto. E le donne stesse devono fare propria questa battaglia».
«Una battaglia che non riguarda solo l’agricoltura, ma tutta la nostra società – continua Luciana – è stata disegnata in modo tale che tutto sia pensato in nome del cittadino neutro, ma bambini neutri non ne nascono. Bisogna rivedere l’organizzazione sociale, ridisegnare la società in modo che rispetti i due diversi generi, la specificità delle donne e il loro riconoscimento necessario nel contesto sociale. Basti pensare che donne che rivestono posizioni di rilievo e hanno figli sono solo il 30%, al contrario degli uomini nella stessa posizione che rappresentano il 95%. Allora oggi è un grande momento perché iniziamo a produrre in modo diverso da come si è fatto negli ultimi decenni: la battaglia ecologica ci dimostra che non possiamo più vivere secondo il modello di sviluppo portato avanti in passato. Qui i problemi delle donne in agricoltura si annodano a quelli sociali, ambientali, personali».
Ore 12: In nome di Gino Strada
Cecilia Strada inaugura l’Arena Gino Strada, lo spazio incontri di Terra Madre dedicato al padre, chirurgo, fondatore di Emergency e amico di Slow Food: «Sono grata di questa dedica a Gino che avrebbe sicuramente apprezzato perché aveva molto affetto per slow food e tutto quello che rappresenta. Ho 43 anni e faccio l’operatrice umanitaria in varie forme e ruoli da metà della mia vita. una cosa che ho capito negli anni è che dobbiamo smetterla di considerare un impegno staccato dall’altro perché i diritti vanno tutti insieme e funziona nei due sensi. Quando garantisci un diritto apri la porta alla garanzia di altri diritti, mentre quando cominci a negare un diritto è come un piano inclinato su cui poi finisci a negare tutti i diritti. E i diritti devono essere per tutti, altrimenti finisce prima o poi che non lo sono più per nessuno. Questo legame è particolarmente vero quando parliamo di guerra. L’impegno contro la guerra deve garantire l’impegno a favore dell’ambiente. Il legame tra le due cose è strettissimo: la guerra inquina. Pensiamo agli ordigni, all’inquinamento chimico. Toglie terra ai cittadini che non potrà più essere coltivata o trasformata in pascolo per interi decenni. Le guerre e il disastro climatico, come dimostrano i dati della Banca Mondiale, saranno entro il 2050 la principale fonte di migrazioni forzate. Un impegno per un mondo più giusto deve essere un impegno che deve mettere in rete tutte queste lotte. Smettiamo di considerare ogni lotta slegata dall’altra. È la terra degli esseri umani che va protetta e preservata. Dobbiamo guardare al pianeta, che è uno, e considerare la guerra e il disastro climatico come diversi aspetti di uno stesso problema e trovare delle soluzioni. Quando ci mettiamo insieme tra persone normale e ci orientiamo verso la rotta giusta, facciamo cose straordinarie. Uniamoci, continuiamo a fare rete e a fare cose straordinarie».
Ore 11: Inaugurato lo spazio Cibo e Salute a Terra Madre. Slow Food e Reale mutua insieme per una sana alimentazione che fa bene alla salute e al pianeta.
Dichiarazione di Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia: «Esiste un legame indissolubile tra la salute dell’uomo, degli animali, delle piante e dell’ambiente: solo con una prospettiva olistica è possibile affrontare i problemi che riguardano ciascuna forma di vita. La salute è al centro dell’impegno di Slow Food. Obiettivo dell’associazione è infatti rendere il cibo buono, pulito e giusto accessibile a tutti. Una dieta è sana non solo quando è adeguata dal punto di vista nutrizionale, ma anche se promuove la salute umana e rispetta quella del pianeta. Una dieta sana si basa su una ricca diversità di cibi di origine vegetale, integrali e minimamente lavorati, coltivati localmente con metodi sostenibili e, soprattutto, una dieta sana può essere – ed è – piacevole. La difesa della biodiversità, una battaglia che da sempre caratterizza la nostra associazione, rappresenta una possibile soluzione alla crisi climatica e alla malnutrizione in tutte le sue forme: sovrappeso e obesità, denutrizione e carenza di micronutrienti. Guardando alle tendenze che stanno plasmando le diete in tutto il mondo e che favoriscono le malattie legate all’alimentazione e la malnutrizione, crediamo che l’approccio One Health possa far comprendere come il modo in cui il cibo viene prodotto possa avere un impatto diretto sulla salute umana, animale, vegetale e, in generale, del pianeta».
«Siamo molto orgogliosi e crediamo fortemente nell’alleanza che ci unisce a Slow Food – ha dichiarato Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Mutua – Un’alleanza fondata su valori condivisi, il cui fulcro è la tutela e la protezione delle persone, partendo proprio dalla salute come prima forma di assicurazione. Proteggere la salute assicurando una buona e giusta alimentazione, uno stile di vita sano, che al contempo tuteli il nostro pianeta. E’ proprio in questa missione di protezione che Reale Mutua e Slow Food si incontrano. Da quasi 195 anni Reale Mutua agisce per la tutela delle persone e guidata dallo spirito mutualistico si pone come obiettivo quello di generare impatti economici positivi, misurabili e intenzionali per le comunità nelle quali opera».