L’Italia ha nell’olivo il più importante patrimonio genetico al mondo. Uno studio Fao distingue e descrive in Italia 538 varietà, il 42% del patrimonio mondiale. E tra queste, ognuna è espressione autentica della terra, dell’aria, del contesto locale in cui cresce, compreso l’impegno di chi ne cura la coltivazione.
Oggi vogliamo presentarvi due aziende diverse tra loro per cultivar coltivata e posizione geografica ma accomunate da qualcosa di interessante: entrambe saranno presenti al Mercato di Terra Madre. E allora conosciamole meglio!
Azienda Agricola Damiano
Quale ingrediente – dopo il basilico, certo – racconta meglio i profumi tipici della Liguria se non l’oliva taggiasca? Tra Chiusavecchia, Lucinasco, Conio e Caravonica, nell’entroterra di Imperia, la famiglia Damiano – Tiziano Damiano e Stefania Merano e i due figli – possiede 8000 ulivi di cultivar taggiasca dei quali si prende cura da oltre 20 anni ricavando olio extravergine d’oliva monocultivar e altri prodotti legati a questa varietà.
L’Azienda Agricola Damiano nasce nel 2004, quando Tiziano e Stefania, spinti dal desiderio di mettersi in gioco con un progetto proprio, decidono di unire i terreni dei genitori. Racconta Stefania: «Abbiamo iniziato con pochi alberi, appena 500, a produrre olio extravergine». Continua: «Pian piano le richieste sono cresciute e con loro la nostra azienda. Tanto che abbiamo potuto assumere altre persone. Ma in realtà ci consideriamo ancora una famiglia, più che un’azienda. I ragazzi che lavorano con noi da vent’anni sono come figli». Negli ultimi tempi, poi, la famiglia Damiano ha fatto un altro passo importante inserendo il frantoio in azienda. «È stata una scelta significativa perché così possiamo assicurarci che le olive vengano lavorate nel minor tempo possibile e che il nostro olio mantenga un livello qualitativo alto. E poi è una soddisfazione enorme seguire tutti i passaggi della filiera produttiva».
Un perfetto esempio di rigenerazione del territorio

L’attenzione e la cura per il frutto – in questa vicenda è proprio il caso di dirlo – del loro lavoro è tanta quanto l’impegno richiesto dalla coltivazione degli ulivi: tutti terrazzati e dislocati a varie altitudini, nel raggio di 30 chilometri. Coltivati senza l’uso di diserbo chimico. «Ci vuole molto impegno per la cura e la raccolta. Noi non possiamo semplicemente lasciare i teli a terra come si fa in pianura; le nostre olive sono raccolte attraverso abbacchiatura: mettiamo una rete sotto la pianta, sbattiamo i rami con lunghe pertiche, le olive cadono e poi ci spostiamo verso la pianta successiva per ripetere tutto.
Nonostante le difficoltà, però, il legame con il territorio è forte, qui la taggiasca è un’istituzione. Abbiamo sempre cercato di tutelare questo prodotto, anche recuperando le piante abbandonate. Negli anni abbiamo acquistato i terreni delle persone anziane della zona che non erano più in grado di gestirli. Non potevamo permetterci di vedere tutti quegli ulivi abbandonati». Un perfetto esempio di rigenerazione del territorio.
Tutti al Mercato
Il Mercato di Terra Madre Salone del Gusto è un’occasione unica di scoperte gastronomiche e confronto con produttori attenti e appassionati. L’accesso è libero: non prevede l’acquisto di un biglietto. Allora quale migliore occasione per visitare, conoscere e acquistare esperienze umane e alimentari tanto preziose.
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Azienda Agricola Piccolo
Per la seconda azienda andiamo in Puglia. Qui, già più di mezzo secolo fa, nel 1955, Riccardo Piccolo iniziava a muovere i primi passi come apprendista olivicoltore nelle campagne in cui era cresciuto. Imparò così la professione e appena sette anni dopo decise di aprire un’azienda tutta sua: Agricola Piccolo. Oggi, nella contrada Torre di Bocca, nel cuore delle campagne andriesi, Giuseppe e Salvatore Piccolo, figli di Riccardo, conservano la tradizione di famiglia. Curiosi e ormai appassionati, hanno lavorato per affinare sempre più le tecniche di raccolta e trasformazione. Il risultato è un olio extravergine di monocultivar coratina, molto diffusa nella zona di Andria. Un olio fruttato, dal retrogusto di carciofo ed erbe che racconta i profumi tipici della terra da cui nasce.
Tra tradizione e innovazione
Nel rispetto della terra e del prodotto, i due fratelli si impegnano a trovare il giusto equilibrio tra passato e innovazione. Custodiscono le preziose conoscenze apprese dalla tradizione familiare, impiegando una concimazione naturale, pratiche ecologiche e la trasformazione a freddo. Ma sempre con un occhio attento all’evoluzione delle tecnologie che ormai aiutano a trarre il meglio dalla trasformazione delle olive. Racconta Antonella Piccolo, coordinatrice delle vendite: «Adria è la patria dell’oro verde. Ma serve fare attenzione a tante piccole accortezze che, curate nel modo giusto, danno la possibilità di produrre un olio degno della sua fama».

Certo, le difficoltà non mancano. «La siccità è una minaccia, senza pioggia la terra non riesce a nutrirsi. Il rischio è che le olive si secchino e cadano prima di essere mature. E anche gli sbalzi di temperatura sono un problema: le piante risentono del freddo serrato d’inverno e dei 45 gradi d’estate. Ecco che il lavoro dell’agricoltore diventa ancora più importante nel ridurre i danni e prendersi cura delle piante e della terra».
Storie e legami col territorio
I fratelli Piccolo sono molto legati al territorio e, oltre che nei profumi del loro Extravergine, questo legame trova espressione anche in altri ambiti. Perché parlare di olio spesso significa raccontare altre storie che condividono la stessa tradizione. Come quella degli orci, bottiglie di ceramica della tradizione pugliese. «Il nostro olio viaggia in tutto il mondo, abbiamo clienti giapponesi, americani, arabi. Grazie agli orci possiamo dare risalto ad attività “made in puglia” di artigiani locali. Ne siamo molto fieri» racconta Antonella. «Ma la soddisfazione più grande è la certezza di fare un buon lavoro. La nostra speranza per Terra Madre è avere l’occasione di raccontare il nostro olio e la nostra terra a persone interessate».