La Piazza dell’Attivismo di Slow Food: mobilitiamoci per il cibo buono, pulito e giusto

12 Settembre 2022

Dall’esproprio dei terreni agricoli (il cosiddetto land grabbing, triste realtà che riguarda in particolare diverse aree del continente africano) al caporalato che invece è condizione che si verifica anche alle nostre latitudini, dai pesticidi agli Ogm e alle nuove tecniche di manipolazione genetica, fino al consumo di suolo.

È su questo, e molto altro, che Slow Food interviene da più di trent’anni. Lo fa in modo pacifico ma fermo, con gli strumenti di cui dispone: la conoscenza, l’impegno civile, l’attivismo. In una parola, fa advocacy. Significa che l’associazione si impegna per far entrare temi e argomenti legati all’alimentazione nell’agenda politica di governi e istituzioni, stimolando l’opinione pubblica.

Quali petizioni Slow Food sta portando avanti nel mondo? Su che cosa ci stiamo impegnando? Su quali tematiche e campagne gli attivisti del movimento stanno concentrando la propria attenzione? La Piazza dell’Attivismo è lo spazio dedicato all’Advocacy a Terra Madre Salone del Gusto 2022: il luogo ideale per chi crede nel cambiamento e nella necessità di farne parte, una piazza dove leggere, parlare, scoprire e, perché no, impegnarsi in prima persona. 

Lo sapevi che…

Negli ultimi anni Slow Food ha contribuito a molte campagne. Tra queste, due importanti raccolte firme per le Ice, Iniziative dei cittadini europei: una intitolata End the Cage Age per chiedere di vietare l’allevamento in gabbia entro il 2027, l’altra chiamata Save bees and farmers con cui abbiamo chiesto all’Unione europea misure a difesa della biodiversità e l’eliminazione dei pesticidi sintetici entro il 2035. Si tratta di due esempi lampanti – e di successo – di che cosa significhi fare advocacy.

Per quanto riguarda la prima, che risale al periodo tra il 2019 e il 2020, Slow Food è stata una delle oltre 170 tra Ong, organizzazioni per la protezione degli animali e associazioni in difesa dei diritti dei consumatori e dell’ambiente a promuovere la raccolta firme che si è conclusa con la sottoscrizione da parte di quasi 1,4 milioni di cittadini europei, convinti che sia giunto il momento di liberare gli oltre 300 milioni di animali che ogni anno vivono tutta o parte della propria vita in gabbia.

A giugno 2021, il Parlamento europeo ha votato per un’Europa libera dalle gabbie; ora spetta alla Commissione europea recepire ciò che cittadini e rappresentanti eletti hanno chiesto a gran voce: basta gabbie per scrofe, vitelli, conigli, pollastre, galline ovaiole riproduttrici, polli da carne e riproduttori, quaglie, anatre e oche.

Save bees and farmers, invece, è una campagna di raccolta firme promossa da Pan Europe (Pesticide Action Network) che ha coinvolto più di 25 organizzazioni internazionali tra cui Slow Food: al termine della campagna, nel 2021, le firme raccolte hanno sfiorato quota 1,2 milioni in tutta l’Europa.

Le istituzioni europee sono ora chiamate a rispondere alle richieste della società civile, cioè di ridurre dell’80% il ricorso a pesticidi sintetici entro il 2030 e di azzerarne l’utilizzo entro il 2035, di sostenere i produttori che agiscono secondo i princìpi dell’agroecologia e rispettano l’ambiente, e di favorire il recupero della biodiversità degli ecosistemi europei.

Un modo semplice e piacevole per avvicinarsi al mondo delle api a Terra Madre è l’Honey Bar che ritroviamo a Parco Dora con la sua varietà di mieli, raccontati per l’occasione da esperti e amici apicoltori.

Questi sono soltanto due esempi, ma da una parte all’altra del mondo l’impegno è attivo su molti fronti: per il futuro del pianeta, per la sopravvivenza dell’essere umano, per assicurare equità sociale, economica e lavorativa. Lo spazio dedicato all’Advocacy di Parco Dora è il luogo dove scoprirle, insieme anche alle ragazze e ai ragazzi dello Slow Food Youth Network, partecipando ai loro workshop e attività, inclusa la stazione radio, che vede anche la collaborazione di BBC Radio

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