Dall’energia verde alle stoviglie biodegradabili, fino all’obiettivo zero spreco alimentare: ecco come abbiamo preparato, in collaborazione con undici partner, la manifestazione mondiale dedicata al cibo buono, pulito e giusto
Si fa presto a definirsi green, a parlare di sostenibilità, a rivendicare l’impatto zero delle proprie azioni; esserlo davvero e farlo concretamente, nei fatti oltre che a parole, è più impegnativo. Terra Madre Salone del Gusto ha però l’ambizione di limitare al minimo gli effetti dannosi sull’ambiente della manifestazione e a promuovere abitudini alimentari maggiormente rispettose del pianeta Terra: per questa ragione ha stretto accordi con diverse aziende che offrono soluzioni eco-friendly e ha predisposto alcuni strumenti di monitoraggio a lungo termine delle abitudini dei partecipanti, anche oltre alla fine dell’evento.
I green partner: gli accordi con 11 realtà per limitare gli effetti negativi dell’evento
Il primo aspetto riguarda la gestione dei cinque giorni di evento: obiettivo degli organizzatori – Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino – è quello di far sì che non abbiano ripercussioni negative dal punto di vista della produzione di rifiuti, del consumo energetico, del trasporto, del consumo idrico e delle risorse alimentari.
Per questa ragione, Terra Madre si avvale della collaborazione di 12 green partner: Amiat, Biorepack, Cuki, Ekoè, GTT, Iren, Novamont, Palm SB – Green pallet, PEFC, Ricrea, SMAT e Trenitalia. Dall’utilizzo di energia verde al ricorso a stoviglie, posate e bicchieri compostabili, dal corretto smaltimento dell’olio esausto ai sacchetti per la raccolta differenziata prodotti con la plastica riciclata, dall’arredamento ottenuto da pallet fatti da legno certificato PEFC/FSC, alle bottiglie di acqua 100% da plastica riciclata e lattine di acqua di alluminio: tanti sono gli aspetti tenuti in considerazione per mettere a punto un evento dall’impatto ambientale quanto più possibile limitato.
E sul cibo? Terra Madre è l’evento mondiale dedicato a quello buono, pulito e giusto e alle politiche alimentari, per questo motivo combattiamo lo spreco: lunedì 26, nella Cucina di Terra Madre, spazio agli avanzi dei giorni precedenti! I cuochi dell’Alleanza Slow Food, che per tutti e cinque i giorni dell’evento animeranno i fornelli allestiti a Parco Dora, prepareranno piatti con gli ingredienti non utilizzati. Al termine dell’evento, poi, eventuali alimenti invenduti verranno raccolti dal Banco Alimentare, che successivamente si occuperà di distribuirli, mentre le derrate delle cucine saranno recuperate e destinate al Cottolengo di Torino.
Capitolo trasporti: per raggiungere Parco Dora, per la prima volta sede della manifestazione, meglio lasciare l’auto in garage e muoversi con i mezzi pubblici: il numero di corse di autobus e tram è stato incrementato, mentre chi preferisce muoversi in autonomia può farlo in bicicletta – nell’area dell’evento vi sono stazioni di bike sharing e parcheggi per quelle tradizionali – o noleggiare le e-bike.
L’impatto ambientale di ciascuno di noi: una questione legata alle abitudini alimentari
L’evento, però, dura soltanto cinque giorni: è perciò evidente che la vera differenza la fanno i comportamenti di ogni singolo consumatore, ciascuna donna e ciascun uomo, ogni giorno della propria vita. È su questo tasto che Slow Food batte da sempre, consapevole che occorre modificare le abitudini per produrre un cambiamento tangibile.
Ridurre in modo sensibile il consumo di carne, latte e derivati, privilegiare prodotti di origine vegetale, scegliere alimenti di stagione, rifornirsi da filiere corte e artigiani locali, rinunciare a prodotti iper trasformati: ecco, a grandi linee, alcune delle scelte di acquisto e consumo che Slow Food promuove da sempre e che eventi come Terra Madre aiutano a diffondere al pubblico.
Misurare la capacità di una manifestazione di produrre effetti nelle persone che vi partecipano, di conseguenza, è particolarmente importante: fin dal 2005, Slow Food ha sperimentato la ricerca SEeD for Change, realizzata da Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Università di Torino e Politecnico di Torino per analizzare ciò che accade durante i giorni dell’evento e comprenderne gli effetti su chi partecipa. Negli ultimi quindici anni, i risultati sono stati particolarmente significativi: nell’edizione 2020 di Terra Madre, ad esempio, venne somministrato un questionario in 7 lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese e russo) a una platea complessiva di 6888 persone che dimostrò, attraverso diverse domande, la propensione degli intervistati a cambiare le proprie abitudini al momento di riempire il carrello della spesa.
Quest’anno si andrà oltre: insieme ai questionari da distribuire a chi, grandi e piccini, prenderà parte ai percorsi messi a punto dall’ufficio educazione di Slow Food, si procederà a monitorare nel corso dei mesi e del prossimo anno se i comportamenti individuali si modificheranno oppure no. Per farlo, chi vorrà potrà lasciare i propri contatti per venire ricontattato nel prossimo futuro, unendosi così a questo innovativo progetto di ricerca.