Da tutto il mondo a Torino: ecco le delegazioni presenti a Terra Madre Salone del Gusto

12 Settembre 2022

A Parco Dora, sede dell’evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto in programma dal 22 al 26 settembre, arriveranno più di tremila delegati provenienti da 130 paesi

Terra Madre Salone del Gusto torna in presenza a Torino e, a distanza di quattro anni dall’ultima volta, il capoluogo piemontese accoglie nuovamente i delegati provenienti da ogni angolo della Terra. Per cinque giorni, la città sabauda e in particolare l’area di Parco Dora, per la prima volta sede della manifestazione organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, diventa il palcoscenico di chi, ovunque nel mondo, si impegna a difendere il cibo buono, pulito e giusto e ad assicurarne l’accesso a tutti.

I delegati attesi a Terra Madre Salone del Gusto sono più di tremila, provenienti da 130 paesi. Dall’Afghanistan allo Zambia, dalla Bosnia Erzegovina all’Ucraina, da Cuba a Taiwan, le delegazioni partecipanti rappresentano genti e popoli di tutti e cinque i continenti. Eccone una panoramica veloce e necessariamente incompleta.

Dal nord al sud, il continente americano è ampiamente rappresentato. Oltre che da Stati Uniti e Canada, una cinquantina di delegati sono in arrivo dal centro America, in particolare da Messico, Cuba e Trinidad e Tobago. Circa cento quelli dal sud America, di cui trenta dal Brasile, a cui si aggiungono i delegati di Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Guatemala, Perù, Uruguay e Venezuela.

Impossibile condensare in poche righe i tantissimi momenti che vedranno protagonisti i delegati, perciò ne scegliamo un paio emblematici dei temi su cui Terra Madre Salone del Gusto accende i riflettori. Il primo è quello del 22 settembre dedicato al caffè e alla Slow Food Coffee Coalition, che vede la partecipazione di Leidy Casimiro Rodriguez, consulente del governo cubano per la futura legge sull’agroecologia e tra i coordinatori della rete per il caffè buono, pulito e giusto nell’isola caraibica. Il secondo appuntamento è quello di lunedì 26 settembre, quando verranno presentati i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con i popoli indigeni del Gran Chaco, in Argentina.

Agricoltori, produttori, cuochi, accademici, attivisti: sono in cinquanta quelli provenienti da Kenya, Uganda, Tanzania, Somalia, Etiopia e Ruanda in rappresentanza dei paesi dell’Africa dell’Est. Proprio l’Uganda, paese in cui vive anche il neoeletto presidente di Slow Food Edward Mukiibi, è la nazione più rappresentata, con venti delegati attesi a Torino. Nutrita anche la schiera dei delegati in arrivo dai paesi del sud del continente: venticinque quelli attesi da Angola, Madagascar, Malawi, Mozambico, Lesotho, Sudafrica e Zambia.

Qualche nome? Quello di Melissa Le Court de Billot, che in Sudafrica combatte la diffusione delle colture Ogm lavorando con le comunità locali per recuperare i semi tradizionali e diffondere le conoscenze che ne hanno consentito per secoli l’utilizzo, e quello di Stephano Msuya, attivista alimentare che fa parte di Slow Food Youth Network, impegnato tra le altre cose nella creazione di orti scolastici in Tanzania.

Particolarmente numerosa la rappresentanza dei paesi europei: dalla vicina Francia alla lontana Islanda, passando per la fascia centrale (Belgio, Germania e Paesi Bassi, questi ultimi tra le delegazioni più numerose con 56 membri attesi a Torino), il nord, la Scandinavia e l’area balcanica, tutto il Vecchio continente si ritrova a Torino.
Ci saranno, tra gli altri, trenta delegati dal Regno Unito, 15 dall’Islanda, 14 dalla Norvegia, 11 dalla Danimarca, sei dalla Svezia e uno dalla Finlandia, ma anche membri della rete Slow Food provenienti dall’area est del continente: trenta i membri della delegazione del Montenegro, 21 quelli dell’Albania, e poi Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Kosovo, Macedonia del Nord, Romania, Serbia e Turchia. A Terra Madre Salone del Gusto arrivano anche 16 delegati dall’Ucraina che arricchiscono il programma dell’evento con conferenze, incontri e una cena dello chef Yurii Kovryzhenko. Quattordici, invece, i delegati provenienti dalla Confederazione Elvetica: sono presenti con uno stand dedicato in cui raccontano gli itinerari di Travel Valais, Val di Funes e Carinzia, mete del progetto Slow Food Travel.

Significativa anche la presenza dei delegati provenienti dall’Oriente, Asia e Oceania: un centinaio arrivano da Giappone, Corea del Sud e Taiwan, ma Terra Madre apre le proprie porte anche a India, Sri Lanka, Pakistan, Iran, Bangladesh e Arabia Saudita. Nutrita la rappresentanza dall’Australia: la delegazione include infatti 17 rappresentati in arrivo da ogni parte del paese, da Melbourne (sud) a Noosa e Brisbane (sulla costa orientale), dalla metropoli Sydney alla Swan Valley, tremila chilometri più a ovest, sulla costa occidentale.

Particolarmente significativa la presenza di sette delegati dall’Afghanistan, a distanza di un anno dal ritorno dei talebani al potere: coordinati da Abdullah Faiz, docente di agraria e rettore dell’Università di Herat fino all’agosto del 2021 quando è stato costretto a fuggire dal suo paese per via delle minacce ricevute, arriveranno altri due ex docenti e cinque membri della diaspora afgana in Germania. Donne e uomini che, a migliaia di chilometri di distanza dal proprio luogo di nascita, cercano di rifarsi una vita: a Terra Madre Salone del Gusto portano con orgoglio i colori del proprio paese, sognando un futuro in cui poter tornare.

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